La Pancreas Unit
Il pancreas
Il Pancreas è una ghiandola multifunzione complessa, situata profondamente nell’addome tra lo stomaco e la colonna vertebrale, di circa 15 centimetri di lunghezza, divisa in tre parti: testa (destra), corpo (centrale) e coda (sinistra).
La funzione di questa ghiandola è duplice: quella di produrre il succo pancreatico essenziale per i processi digestivi (e per questo chiamata “Pancreas esocrino”) e quella di produrre alcuni ormoni essenziali al controllo del metabolismo, soprattutto l’insulina e il glucagone. La produzione di questi ormoni avviene in alcune “isole” di “Pancreas endocrino” sparse nelle varie porzioni della ghiandola.
Tipi di tumore
I tumori del Pancreas possono originare dalla proliferazione incontrollata di una delle popolazioni cellulari presenti nella ghiandola, soprattutto dalla componente esocrina che rappresenta la quota maggioritaria delle cellule del Pancreas. Il 95% dei tumori del Pancreas sono quindi adenocarcinomi (derivati dalla porzione esocrina della ghiandola) e il 5% sono tumori neuroendocrini (derivati dalla porzione endocrina).
Dal punto di vista delle immagini derivate dalle moderne tecnologie come l’ecografia, la TAC o la Risonanza Magnetica Nucleare la maggior parte delle lesioni che si riscontrano nel Pancreas è rappresentata da tumori benigni di tipo cistico o di tipo più denso producenti muco. Alcune di queste degenerazioni cistiche mucinose del Pancreas sono denominate IPMN (intraductal papillary mucinous neoplasia). Esse sono di fatto delle pre-cancerosi, cioè delle lesioni benigne con però una chiara tendenza alla degenerazione in tumori più aggressivi, a seconda della loro sede, numero, dimensione etc.
I tumori maligni del Pancreas sono dotati di una elevata tendenza alla diffusione e alla crescita. E’ questo il motivo della gravità di molti casi. Per effetto di interventi chirurgici di asportazione e di combinazione di farmaci e trattamenti radioterapici la mortalità per questo tumore può essere contenuta, soprattutto quando la diagnosi è ragionevolmente precoce.
Diagnosi
La diagnosi si basa sulle indagini radiologiche (ecografia ed eco-endoscopia, TAC e/o RNM), sulla biopsia e spesso sulla PET e il dosaggio di alcuni marcatori tumorali nel sangue.
Fattori di rischio
I fattori di rischio principali sono correlati ad abitudini dietetiche e stili di vita non salutari, come fumo, alcol, sedentarietà.
Anche alcune alterazioni
cistiche (IPMN) sono fattori di rischio.
Evoluzione della malattia e prognosi
Ittero ostruttivo, perdita di peso inaspettata, difficoltà digestive, insorgenza improvvisa di diabete sono sintomi da valutare.
La prognosi dipende da
stadio del tumore ed efficacia delle cure.
Terapie
La cura più efficace è l’intervento chirurgico di asportazione del tumore, spesso preceduto e seguito da terapie con farmaci o radiazioni ionizzanti. Molto importanti sono le terapie di supporto.
Dopo le terapie
Il paziente deve seguire controlli a scadenze periodiche per monitorare la qualità di vita recuperata, gestire le complicanze, scoprire in anticipo eventuali recidive e decidere ulteriori cure.
Prevenzione
La migliore prevenzione primaria per il tumore pancreatico consiste nell’adottare uno stile di vita sano,
- evitando il fumo di sigaretta (anche passivo),
- riducendo il consumo di grassi animali e
- favorendo quello di frutta e verdura fresca,
- limitando le bevande alcoliche e
- praticando regolare attività fisica.
Al momento non esistono programmi di screening specifici per il tumore del Pancreas.
Poiché l’incidenza di questo tumore aumenta con l’età, è consigliabile nelle situazioni in cui alcuni dei fattori di rischio elencati sono presenti, di eseguire controlli gastroenterologici periodici con anche esecuzione di esami strumentali (quali eco-gastroscopia e RMN).
Sintomi
La caratteristica più negativa del tumore del Pancreas è la sua scarsa sintomatologia nelle fasi precoci di sviluppo. I vaghi disturbi addominali che spesso si ricostruiscono nella storia dei pazienti con tumore del Pancreas vengono molto spesso e per lungo tempo sottovalutati. Ciò è alla base del fatto che solo meno del 10% dei casi viene diagnosticati in stadio iniziale. Quando la malattia inizia a farsi più estesa può comprimere o inglobare il dotto biliare limitrofo, ostruendo il passaggio della bile verso l’intestino e portando all’ittero (la condizione di accumulo di bilirubina nel sangue che si manifesta con la colorazione gialla della pelle e delle congiuntive, spesso accompagnata dalla presenza di feci acoliche (ovvero chiare) e urine scure.
Altri segni e sintomi sono:
- perdita di peso,
- la stanchezza anomala,
- il dolore epigastrico addominale irradiato al dorso (il cosiddetto dolore “a cintura”),
- la nausea e
- il vomito.
Sino a un quarto dei pazienti può sviluppare un diabete di nuova insorgenza in coincidenza o subito prima della diagnosi di tumore del Pancreas. Il fatto che la maggior parte deli pazienti con questa neoplasia è di età più avanzata contribuisce a una certa confusione e spesso sottovalutazione dei sintomi iniziali del tumore pancreatico.
La diagnosi si basa essenzialmente sulle indagini radiologiche (ecografia ed eco-endoscopia, TAC e/o RNM), sulla biopsia e spesso sulla PET e il dosaggio di alcuni marcatori tumorali nel sangue, il più importante dei quali è denominato CA19.9.
Ecoendoscopia
Un’indagine molto importante per studiare il Pancreas è l’eco-endoscopia (o ecografia per via endoscopica). Esso è simile alla gastroscopia ed utilizza un endoscopio speciale munito in punta di una piccola sonda a ultrasuoni che permette di studiare il Pancreas attraverso la parete dello stomaco, dove viene appoggiata dall’operatore. Attraverso l’eco-endoscopia è possibile anche eseguire un prelievo di cellule (biopsia o ago aspirato) sia sulla eventuale lesione visibile, che su alcuni linfonodi della regione.
Non tutti gli ospedali offrono un adeguato servizio di ecoendoscopia pancreatica: il pancreas è piuttosto complesso da studiare, e l’affidabilità dei risultati dell’ecoendoscopia dipende in gran parte dall’esperienza dell’operatore. É molto importante rivolgersi quindi a Centri ad alta competenza come quello dell’Istituto Nazionale dei Tumori.
CA19.9
Il CA19.9 è un marcatore tumorale non specifico. Esso non è quindi in grado di rimpiazzare la biopsia ma può contribuire a interpretare la diagnosi o a monitorare l’evoluzione del tumore del Pancreas.
TAC e RMN
La TAC, o tomografia assiale computerizzata, è un esame radiologico che sfrutta le radiazioni
ionizzanti per creare immagini tridimensionali estremamente dettagliate degli organi addominali, tra cui il pancreas, rilevandone eventuali tumori a loro carico. A causa della sua onnipresente disponibilità e della sua capacità di fornire in modo rapido immagini del torace, dell’intero addome e della pelvi, la TAC continua a essere il cardine della diagnostica utilizzata per valutare i pazienti con il sospetto di un tumore al pancreas. Rispetto all’ecografia addominale, la TAC è più accurata nell’indicare le dimensioni di un tumore del pancreas, nel definire i rapporti della massa tumorale con le strutture vicine, nell’indicare l’eventuale diffusione ai linfonodi, al fegato o ad altri organi.
La TAC viene considerata un esame diagnostico per il tumore pancreatico in oltre l’80% dei casi.
La risonanza magnetica nucleare (RMN) permette di visualizzare l’interno del corpo umano grazie a innocui campi magnetici (senza l’utilizzo di radiazioni ionizzanti), con un’accuratezza sovrapponibile a quella della TAC e un miglior dettaglio soprattutto nel caso dei tumori cistici (IPMN).
Il rischio di sviluppare il tumore del Pancreas aumenta con l’età: la maggior parte delle diagnosi avviene tra i 50 e gli 80 anni. I fattori di rischio principali sono correlati ad abitudini dietetiche e stili di vita non salutari, tra cui
- l’obesità,
- l’alto consumo di bevande alcooliche,
- la ridotta attività fisica,
- l’alto consumo di carni e grassi animali,
- la scarsa assunzione di verdure e frutta.
Certamente il fumo di sigaretta è un noto fattore di rischio, responsabile per alcuni studi sino a un quarto dei casi.
Molti pazienti con tumore del Pancreas hanno una storia di diabete mellito, di pregresse asportazioni di parte dello stomaco e di pancreatite cronica (un’infiammazione persistente del Pancreas molto spesso derivata da fattori dietetici ma a volte correlata con l’auto-immunità o altre condizioni). Condizioni rare in cui si osserva una maggiore frequenza di tumore del Pancreas sono di tipo ereditario, come la sindrome di Peutz-Jeghers (nevi atipici multipli e melanoma) la pancreatite ereditaria e la sindrome di Lynch. Nonostante queste associazioni particolari, bisogna rilevare che non sono noti sicuri fattori ereditari per questo tumore e neppure un assetto genetico predisponente, anche se in tal senso sono moltissimi gli studi in corso per precisare fasce di popolazione a maggiore o minor rischio.
Una delle possibili complicanze di una massa tumorale del Pancreas è la comparsa di ittero ostruttivo. Quando ciò avviene è necessario in molti casi intervenire in tempi brevi per ripristinare lo scarico fisiologico della bile attraverso delle protesi (in pratica dei piccoli tubicini dilatabili in materiale plastico o metallico) posizionate con un esame endoscopico operativo denominato ERCP o CPRE (colangio-pancreatografia retrograda endoscopica). Anche la ERCP è esame delicato da eseguirsi in ambiente idoneo esperto, con tutte le garanzie di gestione di problematiche associate complesse che sono correlate alla presenza del tumore e alla variabilità delle condizioni cliniche associate alla procedura.
Quando l’ERCP non ha successo, si può ricorrere a un’altra procedura denominata PTC (colangiografia transepatica percutanea) in cui la protesi biliare viene posizionata attraverso il fegato, “pungendo” cioè direttamente le vie biliari dilatate nel fegato sotto guida ecografica.
A differenza delle protesi posizionate in ERCP, quelle “trans-epatiche” escono dalla pelle del paziente e vanno gestite con adeguata assistenza. Spesso le protesi di questo tipo sono temporanee e preludono o all’intervento chirurgico o al posizionamento di protesi definitive solo interne all’organismo.
Asportazione chirugica
Al momento della diagnosi, in genere meno di 1 paziente con tumore del pancreas su 5 può essere sottoposto come prima opzione a un intervento chirurgico di asportazione.
L’intervento chirurgico di asportazione radicale del tumore è la procedura con le maggiori potenzialità di guarigione dal tumore del Pancreas. Essa ha come scopo la rimozione di tutta la neoplasia visibile assieme a tutte le stazioni linfonodali dove le cellule neoplastiche possono diffondersi, ottenendo margini di sicurezza sani sulle strutture circostanti il tumore.
L’intervento chirurgico può essere di difficoltà variabile in dipendenza delle dimensioni del tumore e della sua sede, così come in relazione ai rapporti di aderenza o vicinanza o franco coinvolgimento della neoplasia con le strutture vicine.
Come per le procedure diagnostiche anche gli interventi chirurgici vanno eseguiti da équipe di alta qualità e necessaria esperienza. Il Centro dell’Istituto dei Tumori a cui questo sito si riferisce, vanta in questo senso il tasso di minori complicanze post-operatorie tra i Centri ad alto volume su questo tipo di chirurgia. Ciò in ragione dell’accessibilità a manovre e tecnologie chirurgiche di prima fascia, oltre che a cure intensive, procedure radiologiche ed endoscopiche interventistiche, terapie di supporto nutrizionali, internistiche e del dolore sempre necessarie nella gestione intra- e peri-operatoria dei pazienti con tumore al Pancreas di interesse chirurgico.
Dal punto di vista tecnico più sotto sono indicati i tipi di interventi chirurgici eseguibili per asportare un tumore del Pancreas nonché le ricostruzioni della continuità gastroenterica e biliare, necessarie per poter riprendere l’alimentazione e la vita normale.
Ciò che preme ricordare è che la ricerca clinica moderna e i risultati degli studi condotti nel mondo su questa malattia hanno dimostrato l’importanza delle terapie neo-adiuvanti, ovvero delle cure mediche con farmaci praticate prima dell’eventuale intervento chirurgico. È infatti ormai ben assodato che una terapia con farmaci eseguita prima dell’intervento permette di migliorare la performance (la radicalità) chirurgica, di selezionare meglio i pazienti che ne possono beneficiare e di elevare le probabilità di successo dell’intervento a distanza di tempo.
L’integrazione dell’area chirurgica con quella diagnostica e con quella farmacologica pre-operatoria è dunque essenziale per garantire il miglior risultato. Si tratta di una condizione di qualità molto importante da perseguire e ottenibile solo nei “Centri hub”, ovvero Centri di riferimento per questo genere di interventi chirurgici.
Pancreasectomie della testa-corpo
Per i tumori localizzati nella testa e nella parte prossimale del corpo del pancreas viene eseguito l’intervento di duodeno-cefalo-pancreasectomia (DCP), che consiste nell’asportazione della testa del pancreas, del duodeno con la prima ansa digiunale (cioè la prima parte dell’intestino che fa seguito allo stomaco) e del dotto coledoco (il condotto che porta la bile dal fegato all’intestino, sboccando nel duodeno) con la cistifellea. Può rendersi necessaria l’asportazione di parte dello stomaco in base alla sede ed estensione della malattia. Contestualmente si procede anche all’asportazione dei linfonodi regionali a scopo di radicalità oncologica.
Dopo la rimozione del pezzo operatorio si procede al ripristino della continuità digestiva mediante il confezionamento di anastomosi, o giunture, tra intestino e pancreas residuo, tra intestino e dotto biliare e infine tra intestino e stomaco. Questo intervento particolarmente complesso presenta un elevato tasso di complicanze post-operatorie legate soprattutto a possibili perdite di succo pancreatica dalla sutura tra pancreas e intestino (fistola pancreatica). In casi selezionati si potrebbe decidere di non confezionare questa anastomosi pancreatico-intestinale, in considerazione dell’elevato rischio di complicanze, e di “occludere” il dotto pancreatico con una colla, il Neoprene, che impedisce la secrezione di enzimi pancreatici e riduce quindi il rischio di problematiche post-operatorie.
Pancreasectomie del corpo-coda
Fonte: www.codiceviola.com
Per i tumori che originano dalla parte distale del corpo e dalla coda del pancreas, invece,
l’intervento indicato è quello di pancreasectomia distale, che consiste nell’asportazione del corpo e della coda del pancreas. Unitamente alla resezione della ghiandola pancreatica si rende spesso necessaria l’asportazione della milza per motivi anatomici e di radicalità oncologica (spleno-pancreasectomia distale) e vengono asportati i linfonodi loco-regionali. Questo intervento viene comunemente eseguito in videolaparoscopia, attraverso piccole incisioni cutanee che permettono l’introduzione degli strumenti chirurgici attraverso la parete addominale senza l’apertura della stessa mediante grandi incisioni.
Pancreasectomie parziali
In casi selezionati di piccole neoplasie a bassa aggressività (ad esempio tumori neuroendocrini),
specialmente se di dimensioni inferiori ai 2 cm, localizzate in sedi superficiali dell’organo e sufficientemente lontane dal dotto pancreatico principale, può essere indicata una resezione pancreatica parziale (o enucleoresezione), che consiste nell’asportazione localizzata di una lesione pancreatica risparmiando tutto il restante organo. La problematica principale di questi interventi, che lasciano inalterata la funzionalità esocrina ed endocrina nella quasi totalità dei
pazienti, è la possibilità che si sviluppi una fistola pancreatica dalla trancia di resezione.
Pancreasectomia totale
Fonte: www.codiceviola.com
In presenza di una forma neoplastica multifocale o che interessa tutto il dotto pancreatico principale (ad esempio gli IPMN) è indicato l’intervento di pancreasectomia totale e splenectomia, che consiste nell’asportazione del pancreas, della milza, del duodeno con la prima ansa digiunale e del dotto coledoco con la cistifellea, eventualmente estesa a parte dello stomaco in base alla sede ed estensione della patologia oltre che ai linfonodi loco-regionali. Dopo la rimozione del pezzo operatorio si procede al ripristino della continuità digestiva mediante il confezionamento di suture tra intestino e dotto biliare e tra stomaco ed intestino. Dato che il pancreas produce l’insulina, un ormone che controlla i valori del glucosio nel sangue (glicemia), uno dei principali problemi che insorgono dopo questo tipo di intervento è il diabete, per cui vi è necessità di intraprendere una adeguata terapia (insulina).
Terapie loco-regionali
Anche nel tumore del pancreas sono state recentemente sviluppate terapie loco-regionali proponibili ad alcuni pazienti con malattia localizzata o localmente avanzata che non possono essere candidati a chirurgia radicale. La termoablazione per radiofrequenza consiste nell’applicazione diretta sulla neoplasia di onde elettromagnetiche attraverso un ago inserito nella neoplasia sotto guida ecografica, con conseguente aumento della temperatura intra-tumorale che distrugge le cellule. La metodica può essere eseguita per via chirurgica (con apertura dell’addome o per via mini-invasiva laparoscopica) oppure per via endoscopica, con inserimento dell’ago sotto guida dell’eco-endoscopia. Nonostante i rischi dell’applicazione di questa metodica al pancreas, legati alla sua natura friabile e ai delicati rapporti anatomici con importanti strutture anatomiche (vasi mesenterici, duodeno, via biliare), studi recenti ne hanno dimostrato la sicurezza e l’applicabilità. Le possibili complicanze includono trombosi della vena porta/vena mesenterica superiore, ulcera duodenale, pancreatite acuta o fistola pancreatica. Pur rimanendo una procedura non radicale, che produce spesso una distruzione parziale della neoplasia, i risultati a lungo termine sono incoraggianti, e questa metodica potrebbe avere un ruolo nel trattamento multimodale del tumore del pancreas.
Un’altra tecnica di recente sviluppo è l’elettroporazione irreversibile, che utilizza 2 o più aghi
(elettrodi) impiantati nel tessuto malato per creare un danno non termico attraverso l’apertura di pori nella membrana cellulare, con distruzione preferenziale delle cellule tumorali e risparmio di strutture importanti come vasi e dotti. Questa metodica, che può essere effettuata sotto guida TAC senza alcun taglio cutaneo, è per ora sperimentale ma sembra dare buoni risultati nei tumori
inoperabili.
Dopo il completamento delle terapie, gli oncologi propongono ai pazienti un programma di follow-up, ovvero controlli medici a scadenze periodiche, con i seguenti obiettivi:
- identificare il più precocemente possibile un’eventuale recidiva, ossia un ritorno del tumore;
- valutare e trattare le possibili complicanze legate al trattamento effettuato;
- assicurarsi che i pazienti stiano ricevendo il giusto supporto nutrizionale e psicologico.
Le visite mediche prevederanno una revisione della storia clinica del paziente (o anamnesi), un esame obiettivo e clinico, l’effettuazione di specifici esami del sangue (compresa la ricerca del marcatore CA 19.9, il cui innalzamento può essere indice di una recidiva) e di esami strumentali (solitamente, una TAC torace/addome).
La Pancreas Unit dell’Istituto dei Tumori di Milano e l’approccio multidisciplinare alla diagnosi e cura delle neoplasie del Pancreas
Il pancreas
La Pancreas Unit è costituita da un gruppo di professionisti di varia origine.
Alcuni di essi hanno una competenza diretta nelle varie terapie o procedure da applicare nei diversi pazienti, mentre altri professionisti hanno competenze tecniche specifiche indispensabili ad alcuni passaggi di diagnosi e di terapia.
Per tramite di discussioni collegiali sui pazienti con tumore del Pancreas afferenti all’Istituto dei Tumori, nella “Pancreas Unit” vengono decisi i migliori trattamenti disponibili nella specifica situazione di ogni paziente, sia essa determinata dalla situazione di presentazione del tumore, che in ragione delle condizioni del paziente stesso, delle sue co-morbidità e della necessità di preservare la migliore qualità e quantità di vita. Ogni strategia decisa nella Pancreas Unit viene discussa e valutata assieme al/alla paziente e ai suoi famigliari o amici in una logica di informazione e di attenzione alle esigenze e alle aspettative di ciascuno.
Fanno stabilmente parte della Pancreas Unit dell’Istituto dei Tumori di Milano:
– il chirurgo esperto in interventi sul pancreas, vie biliari e ricostruzioni vascolari viscerali;
– l’oncologo medico esperto in trattamenti farmacologici sulla base delle caratteristiche molecolari del tumore del pancreas;
– il radiologo e il radioterapista che sono figure professionali essenziali nella interpretazione delle immagini raccolte dalle varie indagini digitali (TAC, RMN, PET, ecografia etc.) e che curano la programmazione e l’esecuzione dei trattamenti che utilizzano radiazioni ionizzanti (radioterapia);
– l’anatomo-patologo che finalizza la diagnosi ed interpreta le evidenze delle biopsie e dei vari esami sulle cellule tumorali;
– l’endoscopista che è esperto nella valutazione e trattamento della malattia per tramite delle valutazioni endoscopiche, endocavitarie come la gastroscopia, l’ecoendoscopia e l’ERCP (la colangiopancreatografia retrograda endoscopica) e che ha competenze cruciali in molte procedure di correzione dei problemi associati al tumore, come l’ittero o l’occlusione a ari livelli del transito intestinale;
– l’anestesista e il rianimatore con specifiche competenze di gestione intraoperatoria e di terapia intensiva dei pazienti con co-morbilità importanti, come spesso sono i pazienti portatori di tumori pancreatici;
– il cardiologo, il diabetologo, il gastroenterologo e il nutrizionista esperti nella gestione di problemi specifici sui vari apparati coinvolti dal tumore o dagli interventi necessari per contrastarlo;
– lo psicologo spesso coinvolto nelle fasi più avanzate della malattia e di grande aiuto per il supporto assistenziale sia ai pazienti che ai famigliari;
il medico di laboratorio con competenze specifiche di analisi dei campioni raccolti dai vari liquidi corporei;
– gli esperti di sperimentazione clinica spesso coinvolti nella gestione e valutazione delle nuove terapie e combinazioni di farmaci utilizzate in molte presentazioni del tumore del pancreas.
È importante rilevare che, con la sola eccezione dell’intervento chirurgico in grado di ottenere la completa asportazione del tumore con un basso tasso di complicanze – ricordando che la chirurgia per questo tumore andrebbe praticata da chirurghi esperti (vedi “Terapie”) – non esistono ad oggi prove certe di evidenza medica che dimostrino il vantaggio di una sola terapia contro i tumori del Pancreas (chemio o radioterapica) somministrata in prima battuta rispetto ad un’altra. Viceversa, sono sempre più frequenti le evidenze che supportano il fatto che gli esiti delle cure del tumore del Pancreas sono migliori se le terapie di diverso tipo sono integrate tra loro, in particolare nella fase (definita “neoadiuvante”) che precede un eventuale intervento chirurgico.
Le varie strategie di diagnosi e cura del tumore del pancreas possono essere raggruppate in alcune fondamentali aree di lavoro così riassumibili:
– la chirurgia rimane la terapia più efficace grazie a interventi sempre più precisi e attenti a rimuovere oltre che alla parte del pancreas coinvolta dal tumore anche tutte le possibili sedi di diffusione del tumore, in particolare i linfonodi, i vasi sanguigni (venosi ed arteriosi) e gli organi vicini;
– la chemioterapia per tramite di schemi di “polichemioterapia”, cioè di combinazioni di farmaci con diverso meccanismo e/o diverso bersaglio di azione. Gli schemi di combinazione di farmaci si sono dimostrati progressivamente più efficaci nel trattamento di questi tumori rispetto ai precedenti trattamenti “monofarmaco”;
– la radioterapia, sia a fasci esterni che con macchinari di collimazione – particolarmente precisi denominati stereotassici (SBRT) collimati su bersagli in posizione specifica o con necessità di ablazione degli stessi (SART);
– Il vantaggio delle terapie chemio e/o radioterapiche pre-operatorie è legato sia alla tempestività dell’azione terapeutica che permette di iniziare il trattamento senza dover attendere la completa e spesso difficoltosa ripresa post-operatoria, sia all’effetto dei trattamenti su tessuti che non hanno ancora risentito del rimaneggiamento vascolare legato ad un intervento chirurgico;
– le procedure endoscopiche e di radiologia interventistica di palliazione e di modifica delle condizioni del transito sia biliare che anche gastroenterico (protesi, drenaggi etc.);
– le terapie nutrizionali e di supporto necessarie per sostenere la necessaria assunzione di calorie per pazienti in trattamento o con necessità di incremento del proprio apporto di nutrienti;
– le terapie gastroenterologiche ed internistiche soprattutto necessarie nelle strategie dl recupero della funzionalità digestiva e di assorbimento dei nutrienti dopo o durante le terapie più propriamente oncologiche;
– la terapia del dolore e di assistenza domiciliare a volte necessaria nelle forme con particolare coinvolgimento delle strutture nervose che circondano il Pancreas.